XV Convegno
dell’Associazione per la Storia della LIngua italiana
ASLI
Napoli 21-24 settembre 2022
I testi e le varietà
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Se Giovan Battista Pellegrini individuava, già nel 1960, almeno due varietà intermedie tra i poli opposti dell’italiano letterario e del dialetto originario, è nel pieno degli anni Ottanta che i due fondamentali livelli di analisi della sociolinguistica cominciano a essere utilizzati per cogliere sia i tratti delle varietà di lingua cui le dimensioni di variazione avevano dato vita nel nostro paese sia la loro distribuzione nella società italiana. Non poche, sono state, nel corso del tempo, le descrizioni proposte e più di uno i tentativi di rappresentare in modo pieno e coerente l’intersecarsi delle varietà, anche a seguito del rapido mutare degli usi e delle competenze linguistiche degli italiani. A partire dagli anni Novanta, tuttavia, il dato forse di maggiore interesse è stato, negli studi di linguistica dell’italiano, l’applicazione di alcuni strumenti dell’analisi sociolinguistica alla lettura dei testi scritti del passato e del presente. Si tratta, da molti punti di vista, di una specificità degli studi italiani, che nell’interpretazione dei testi intreccia, soprattutto in prospettiva diacronica, filologia, linguistica e sociolinguistica storica. Se è vero, però, che questa particolare impostazione ha dato frutti importanti, suscitando, per l’originalità di alcuni risultati, un ampio interesse anche tra gli studiosi stranieri, è anche vero che, come spesso accade con il ripetersi delle applicazioni, alcuni metodi si sono ridotti in schemi e formule che rischiano di forzare l’analisi e di impoverire l’interpretazione riconducendo i testi a caselle fisse e anguste.
Sono questi i motivi per cui abbiamo voluto circoscrivere i temi del convegno al rapporto tra testi e varietà, ampliando però l’arco cronologico dalle prime scritture ai giorni nostri e includendo un’ampia gamma di tipologie, dai testi letterari alle cosiddette scritture pratiche, dalle scritture private a quelle esposte, dallo scritto trasmesso ai copioni e così via dicendo. Come si noterà, d’altro canto, sebbene non sia da escludersi l’esame di interferenze e tratti in alcuni tipi di testo, poca o nessuna attenzione viene data alle lingue speciali, che richiedono uno spazio a sé stante e che condizionerebbero la natura del convegno.
Le diverse tematiche sono state ripartite in tre sezioni. Al primo posto è sembrato giusto porre, per tutto ciò che abbiamo premesso, una riflessione su descrizioni, metodologie, rappresentazioni fin qui elaborate e proposte: è ancora possibile adottare le stesse definizioni e ripartizioni? In che misura la ricerca delle varietà linguistiche nei testi offre aiuto nell’interpretazione critica? È possibile superare la costrizione degli schemi? La seconda sezione guarda ai testi e alle varietà in diacronia e molti, come si vede, sono gli interrogativi con cui sono proposti i temi, soprattutto per ciò che riguarda la cosiddetta presenza del parlato nella scrittura: l’interferenza dei tratti dell’oralità nello scritto ha infatti caratterizzato numerosi studi dagli anni Novanta a oggi, rischiando però, anche in questo caso, di perdere di vista la specificità dello scritto e di ridurre la ricerca di altre e più sottili implicazioni. Analisi più recenti sono in grado di innovare o eventualmente di confermare con maggiore consapevolezza ciò che fin qui si è fatto? Ampio spazio in questa sezione è dedicato anche alla convivenza di più lingue e di più varietà diatopiche, distinguendo sempre, per ovvi motivi, tra medioevo ed età moderna. L’ultima sezione si concentra sull’età contemporanea, cercando di stimolare la riflessione su ciò che di nuovo vediamo riprodursi nei testi e che potrebbe o, forse meglio, dovrebbe indurci a modificare raffigurazioni e definizioni probabilmente obsolete.
Situazione linguistica contemporanea e sviluppi metodologici
o Definizione e denominazione delle varietà
o Confini e sovrapposizioni tra le varietà
o Variazione e varietà negli insegnamenti universitari
o Le varietà: utili strumenti descrittivi o gabbie epistemologiche?
Che cosa ci dicono i testi del passato sulle varietà (secc. XIII-prima metà del XX)
o Convivenza di più volgari in testi tra XIII e XV sec. o Italiano e altre lingue in testi dell’età moderna
o Che cosa possiamo ricondurre all’oralità nei testi del medioevo?
o Tratti del parlato
o violazione della norma nei testi tra il XVI e la prima metà del XX sec.?
o Quando e come individuiamo un italiano regionale (secc. XVI-prima metà del XX)?
o Varietà e tipologie di testi
Testimonianze scritte delle varietà dalla seconda metà del Novecento a oggi
o Scambi e interferenze di varietà tra letteratura, cinema e televisione
o Parliamo ancora di gerghi giovanili nelle scritture?
o Variazione diatopica nelle scritture trasmesse
o Fluidità delle varietà negli usi contemporanei